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Nota per gli studenti d'ogni ordine e grado

giovedì 4 ottobre 2012

Chiacchiere D'Altri Tempi

Questo post avrebbe voluto avere una doppia chiave di lettura, ma vi renderete presto conto che non potevo farlo: sarebbe diventata una sterile polemica sugli uomini politici di oggigiorno.
Inutile osservare che tutti i miei post, probabilmente, hanno una doppia chiave di lettura, però in questo caso essa è talmente palese che trovo davvero sconveniente aggiungere qualcosa di mio agli insegnamenti della Storia.
Ancora una volta, ci imbatteremo in Alessandro il Macedone, questa volta lo storico è Plutarco, nella sua Vita di Alessandro, XIV.

lunedì 1 ottobre 2012

Una Terra Poliglotta

La Campania è stata da sempre una terra d'incontro tra culture diverse, e nel IV sec. a.C. le cose non erano assolutamente differenti.
Gli Osci/Sanniti erano forse la popolazione più diffusa, ma accanto ad essi troviamo Greci (principalmente a Neapolis), i Romani che cominciavano ad affacciarsi sul territorio (di fatto, Acerra era stata annessa alle tribù Mescia e Scapzia, guarda caso proprio ad opera di quel Quinto Publilio che assume tenta importanza nella vicenda narrata, ma le stesse Cuma e Puteolis erano state da poco sottratte ai Sanniti, e la ricchissima Capua si era letteralmente donata all'Urbe), gli Etruschi, gli Aurunci, i Volsci…
Ciascuna di queste popolazioni parlava una propria lingua, usava una propria scrittura, alle volte prendeva in prestito l'alfabeto di altre. C'è da stupirsi se i napoletani gesticolano tanto? :)

sabato 29 settembre 2012

Degli Amori

Un'ultima, doverosa nota, riguarda il tema dell'amore. In questo racconto si intrecciano diverse storie viste e vissute naturalmente con l'occhio (ed il cuore) dell'autore, ma modulate dalle esigenze imposte dalla cornice storica.
Sono storie di un altro tempo, di una cultura e di una società assai distinta dalla nostra, che certamente urteranno la sensibilità di molti. Se da esse si vuole direttamente estrapolare il sentimento dell'autore, attribuirgli ad esempio un'etichetta maschilista, si commette un grosso errore e si usa una chiave di lettura quanto meno fuorviante.
[…]
I personaggi che conoscerete vivono il sentimento abbandonandosi ad esso, non cercando di guidarlo, di controllarlo, perché quando ci provano, falliscono miseramente. Come anche noi, la moderna ed avanzata civiltà occidentale, stiamo fallendo, cercando di mettere un cartellino col prezzo o attribuire un'utilità a ciò che non ne ha per sua stessa natura.
Anche di questo, se sono riuscito a riflettere sul tema in questo modo, devo ringraziare Napoli, la sua anima di madre accondiscendente per gli amori giovanili di un figlio, di amante appassionata e gelosa, di poetessa sublime e raffinata.

mercoledì 26 settembre 2012

Tito Livio racconta il principio del Bellum Neapolitanum

Come già anticipato altrove, la nostra principale fonte di informazioni sulla guerra tra Roma e Neapolis è uno scrittore “nemico”: Tito Livio. In questo post commenterò i passi nei quali l'autore romano narra come sia scoppiato il Bellum Neapolitanum.
Cominciamo dalla seconda parte di “Ab Urbe Condita”, VIII-22:
[…]
C'era una città chiamata Palaepolis, non lontana dal punto in cui è ora Neapolis, e le due città erano abitate da un solo popolo. La loro città-madre era Cuma, e i Cumani derivano la loro origine da Chalcis in Euboea.

giovedì 2 agosto 2012

Cicerone Racconta…

Quando si desidera che le affermazioni apparentemente più innocenti siano storicamente fondate, la ricerca storica può diventare assai laboriosa. Si consultano spesso testi che apparentemente non hanno nulla a che vedere con l'argomento che si desidera verificare, eppure proprio quei testi riportano en passant la testimonianza chiave.
È quanto mi è accaduto con uno dei personaggi apparentemente secondari del mio romanzo, tale Erennio Ponzio Telesino. Erennio era uno dei più noti e rispettati capi Sanniti dell'epoca, certamente un uomo del suo popolo molto diverso dallo stereotipo che la storia (scritta dai Romani vincitori) ci ha consegnato dei Sanniti.
I Sanniti: questa popolazione quasi primitiva, semi-barbara, che tante pene fece soffrire all'Urbe durante la sua espansione nell'Italia centrale. Ebbene, in maniera straordinariamente contrapposta a tale visione, il nostro Erennio poteva vantare almeno un paio di amicizie e frequentazioni di prim'ordine.
La prima è quella di Archita, il filosofo e stratega greco di Taranto che rese la propria città potentissima. La seconda, qualora il primo nome non avesse fatto sobbalzare qualcuno di voi, è nientemeno che Platone, per il quale non credo servano presentazioni.

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