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mercoledì 9 luglio 2014

Ritorno a casa

Tempo fa avevo annunciato l'inizio di una nuova avventura, di un nuovo capitolo della storia narrata da Parthenope.
Avevo anche promesso che vi avrei mantenuti al corrente della stesura del romanzo in gestazione e…, non l'ho fatto. Che succede?
Succede che mentre il romanzo cresceva (per cui ho adesso tra le mani un canovaccio lungo quanto “Il richiamo della Sirena”), altre cose accadevano nel Mondo Primario (come piaceva definirlo a Tolkien), e non c'era fondamentalmente tempo per tutto, chiedo scusa.
Succede che torno a casa. Dopo 12 anni di permanenza all'estero, rientro nella mia terra. Cosa accadrà?
Lo scopriremo presto.

sabato 14 dicembre 2013

Un Nuovo Inizio

Sono stato a lungo titubante sull'opportunità, sul modo e sul fatto che fosse finalmente giunto il tempo di pubblicare questo post. SirenaParthenope cambia!
Nulla di drammatico, al contrario spero che apprezzerete ciò che ho da proporvi e che mi accompagnerete nella prossima avventura che sta per cominciare.
Di cosa si tratta? Beh, cominciate a osservare i dettagli: è cambiata la descrizione del blog e qualche altra cosa…
Ma non mi piace anticipare troppo: non mi piace fare promesse che non posso mantenere e, soprattutto, non voglio rischiare di dire troppo sul progetto che ho cominciato, e così rovinare la sorpresa.
OK, OK, ecco la novità: ho cominciato la stesura di un nuovo romanzo!
Diversamente da quanto accaduto col primo, mi piacerebbe che il blog accompagnasse la scrittura un po' più da vicino, dimodoché possiate farvi un'idea del momento documentale che accompagna il mio momento creativo.
Quando ho scritto Neapolis - Il richiamo della Sirena ho affrontato un viaggio molto bello, ma solitario. Ho scoperto cose molto interessanti, ma non tutte sono riuscite a farsi strada nel romanzo.
Molte le ho narrate a posteriori nei post di questo blog, ma ovviamente non è la stessa cosa riprendere un argomento già elaborato o scoprirlo insieme ai lettori.
Per questo, anche lo spirito del blog immagino che cambierà, magari sarà più avventuroso e meno didascalico, e spero che la cosa trovi la vostra approvazione.
Ma mi sto dilungando troppo su quello che sarà, quasi come se l'avventura de Il richiamo della Sirena sia da considerarsi conclusa… Tutt'altro!
Stanno bollendo in pentola alcune novità sulle quali non desidero ancora sbottonarmi e poi, questo blog È ancora il principale luogo di informazioni su Neapolis - Il richiamo della Sirena e, si spera a breve, altri romanzi dedicati al nume tutelare di Napoli.
Quindi, in cosa consiste questo “nuovo inizio”? Per ora comincio a raccogliere le ultime notizie sparse qui e là che ho raccolto a proposito del Richiamo.
Cominciamo dalla rassegna stampa relativa al secondo tour di presentazioni. So che è passato del tempo, ma il tempo è necessario per raccogliere questo tipo di materiale. Ecco i link trovati in rete. Un ultimo appuntamento è stato quello presso la manifestazione Isolimpia 2013, nel corso della quale è stata premiata la vincitrice del concorso fotografico Neapolis Oggi e sono stato intervistato da Rete Capri.
L'appuntamento era stato pubblicizzato il 18 settembre anche da sanniolife.it.
Per i più curiosi, segue l'intervista andata in onda.
E con questo, non mi resta che invitarvi a tornare su queste pagine al più presto, per cominciare il nuovo corso.

giovedì 10 ottobre 2013

Miti in lotta

Il post di oggi potrà sembrare al limite della fantasia, giacché cercherò di illustrare come i miti abbiano una loro precisa consistenza nell'evoluzione della cultura di un popolo.
In concreto, il mito che analizzerò è quello della Sirena Perthenope in relazione alla sua città Napoli, e desidero mostrare come la sua affermazione nella tradizione neapolitana del V sec. a.C. sia un fatto politico di importanza fondamentale per dimostrare l'insistenza su Neapolis di popolazioni di diversa ascendenza, anche quando le prove archeologiche non ci supportano. Anzi, la valutazione di elementi filologici/leggendari può spiegare eventi storici altrimenti non meglio inquadrabili.
In questa storia abbiamo diversi attori mitologici: Apollo, Athena, Demetra, Parthenope stessa. I protagonisti umani sono invece i Teleboi che (si dice) da Capri/Sorrento fondarono Parthenope su Pizzofalcone, i coloni che dall'Eubea vennero a fondare Cuma, i Siracusani e gli Ateniesi.
È noto che, terminato il cosiddetto Medio Evo dell'antica Grecia, le città-stato (polis) erano i centri di aggregazione di questo territorio. Costantemente in lotta le une contro le altre, sapevano però fare fronte comune quando c'era da combattere un nemico esterno a questa litigiosa confraternita.
I motivi delle lotte erano tanti, non solo commerciali. In qualche caso, si trattava anche di motivi storici ed etnici, come è il caso di Atene, una delle città che vantava la propria ionicità dopo il Medio Evo (tra il XII e il IX sec. a.C.) che alcuni hanno voluto spiegare con la supposta invasione dei Dori.
La presunta invasione dei Dori

Andamento della presunta invasione dei Dori. L'unica prova certa di questo evento è l'analisi linguistica, nondimeno al termine del Medio Evo dell'antica Grecia, le diverse popolazioni greche si dividevano come illustrato nell'immagine

Dotati di queste differenze storiche e culturali, periodicamente le polis greche soffrivano periodi di sovrappopolazione, carestia, pestilenza, tutte condizioni che ne spingevano parte della popolazione a cercare miglior fortuna presso altri lidi. Nondimeno, Teleboi, Ioni, Eoli o Dori che fossero, tutti questi popoli si dicevano comunemente Elleni.
I Teleboi, se mai sono esistiti, sembra appartenessero a un'etnia precedente al Medio Evo greco, e dall'Acarnania e dalle isole dello Ionio erano anticamente giunti a Capri. Probabilmente erano loro i primi fondatori di Parthenope su Pizzofalcone (Acheloo, padre della Sirena Parthenope, è un fiume dell'Acarnania che verrà in seguito occupata dai Dori), e magari si deve a loro l'importazione su suolo italico del mito delle Sirene. Infatti, in tutta la penisola sorrentina troviamo riferimenti alle Sirene.
La colonizzazione della Magna Grecia

Andamento della colonizzazione in Magna Grecia divisa per etnie.

Ma in mancanza di dati certi, possiamo attribuire l'importazione del mito delle Sirene anche ai Calcidesi di Eubea, di stirpe Ionia, che fondarono Cuma e, da quella, Parthenope come avamposto commerciale. Anch'essi, infatti, vennero spostati verso la loro terra d'origine, l'isola di Eubea, dalla presunta invasione dei Dori.
Intorno al 470 a.C. si svolse la guerra tra Greci e Etruschi per il dominio del Tirreno. Per terra Cuma riuscì ad avere la meglio su di un esercito numerosissimo, ma per mare chiese l'aiuto dei Siracusani, grazie ai quali il dominio etrusco dei mari giunse alla sua conclusione e si aprì la strada ai traffici dei greci.
Sembra che durante la guerra Cuma abbia dovuto temporaneamente abbandonare Parthenope, probabilmente troppo esposta alle incursioni nemiche, o addirittura che abbia approfittato della guerra per abbandonare a sé stessa quella che si stava dimostrando una temibile rivale commerciale. Sta di fatto che i Cumani furono colti da una pestilenza e, per capire il significato di questo prodigio, inviarono un'ambasceria a Delfi.
La Pithya (la sacerdotessa di Apollo, dio degli oracoli e delle pestilenze ma soprattutto divinità dorica) suggerì loro di ricostruire Parthenope, cosa che i Cumani non si fecero ripetere due volte, creando così il nuovo quartiere, la Nea-polis.
Ma Siracusa, città fondata da Corinto e quindi di stirpe Dorica, non riuscì a essere sempre presente: la sua tirannide cadde e Atene (città ionia) approfittò di questa defaillance per espandere nel Mediterraneo occidentale il proprio cerchio di alleanze.
Le colonie della Magna Grecia divise per etnie

Mappa della Magna Grecia, con i territori divisi per distinte etnie. In bruno sono indicate le città fondate dai greci del nord-ovest (Illiri), in grigio dagli Achei (Eoli), in oro dai Dori e in viola dagli Ioni.

Orbene, Atene intorno al 450 a.C. era all'apogeo del suo potere, era naturale che cercasse di legare a sé le altre città ionie (come era Chalcis, lo ricordiamo, città madre di Cuma) anche con azioni di propaganda.
L'uomo che compì quest'azione di propaganda fu il navarca Diotimo, il quale giunse a Neapolis con dieci navi e seicento coloni, restaurò il culto della Sirena Parthenope (alcuni commentano espressamente “in chiave anti-siracusana”) e instaurò una corsa per portatori di fiaccola (lampadodromia) in suo onore.
Perché la Sirena Parthenope?
Perché la Sirena Parthenope era il nume esclusivo dell'antica popolazione. Sulle monete di Neapolis si trova spesso Apollo, ma questo era una divinità che Neapolis aveva in comune con Siracusa (nemica di Atene) e con Cuma, che ospitava l'antro della Sibilla, anch'ella sacerdotessa di Apollo.
Il piano diplomatico di Diotimo, arditissimo quanto riuscito, era invece quello di dare a Neapolis il pieno controllo del Golfo Kymaios (Cumano), con l'obiettivo di tagliar fuori Siracusa e i suoi alleati dallo scacchiere tirreno.
La monetazione ci aiuta a dire se quest'obiettivo riuscì e quanto: la moneta più comune di Neapolis è, per i seguenti duecento anni, uno statere d'argento con Parthenope sul recto, e Acheloo (non certo una divinità ionia al tempo di Diotimo, ma tradizionalmente Teleboica) sul verso.
Moneta neapolitana del IV sec. a.C.

Moneta neapolitana del IV sec. a.C. Sul recto è la testa della Sirena Parthenope, sul verso è Acheloo, padre delle Sirene, divinità fluviale effigiata come toro dalla testa umana, fiume dell'Acarnania, terra d'origine dei presunti Teleboi.

Diotimo riuscì a far trovare in quella protezione divina la molla d'orgoglio che rese Neapolis la città più potente del Tirreno centrale. Una protezione che non ha smesso di esistere solo perché sono trascorsi duemilacinquecento anni…
Molto si è detto sull'esistenza storica dei Teleboi, se essi non siano stata un'invenzione più tarda per giustificare elementi storici e filologici che, in altre epoche, non si era in grado di spiegare, confermare o confutare con documenti di altro tipo. A fronte della monetazione neapolitana è lecito chiedersi se, per quel che riguarda la storia della nostra città, il dubbio abbia davvero ragione d'esistere: per centinaia d'anni i neapolitani vissero ben convinti della loro teleboicità, sicuri dell'antichità del loro lignaggio, ed è con questa consapevolezza che essi si confrontavano con gli altri popoli. Lo facevano con l'arroganza di chi vanta nobili natali o antichi avi?
La ricostruzione che ho proposto in questo post e gli eventi che ho cercato di ricostruire in Neapolis - Il richiamo della Sirena dicono che no, fin dalle sue più lontane origini Napoli è stata una città di mescolanze. Nel nostro tempo di estremismi e intolleranze, l'accogliente spirito napoletano mi pare davvero l'antidoto giusto per il becero razzismo di paccottiglia che soffriamo.

martedì 1 ottobre 2013

Dal Passato al Futuro

Titolo pretenzioso per un post autocelebrativo. Può esserci di peggio?
Volevo pubblicare alcune foto della presentazione di Neapolis - Il richiamo della Sirena al Parco Virgiliano di Napoli, la sera di sabato 21 settembre, nell'ambito della manifestazione Isolimpia 2013.
Il passato, dunque, sono le isolimpiadi e il futuro sono, un'altra volta, le isolimpiadi. Credo che sia del tutto inutile parlare di far sopravvivere Napoli se non riusciamo a far sopravvivere la sua tradizione, ad adattarla al giorno d'oggi, a trovare nuove forme per riproporla. È solo attraverso la continuità che un'identità culturale può andare dal passato remoto al futuro. Nel momento in cui si perde un pezzo di quest'identità, il giocattolo è rotto, il filo è reciso, e sarà sempre più arduo, se non impossibile, ricongiungerlo.
Per questo voglio esprimere il mio massimo apprezzamento per l'associazione culturale Amartea e per la sua presidentessa, Dott.ssa Fiammetta Miele, che ha avuto l'osadia di cancellare i diciotto secoli che ci separano dalle ultime isolimpiadi romane con la propria serena forza di volontà. Non posso che ribadire le mie più sincere congratulazioni e augurare che, quando sarà valutato l'impatto della manifestazione, Amartea si trovi a gestire un meritato successo, la scintilla del fuoco isolimpico.
Inserito nel palinsesto di Isolimpia come momento letterario, la presentazione di Neapolis è stata inoltre accompagnata dalla premiazione della vincitrice del Concorso Fotografico “Neapolis - Oggi”. Le telecamere di TeleCapri mi hanno intervistato, oltre ad aver ripreso l'intera manifestazione. Ma sulla messa in onda dei video vi terrò informati a tempo debito, ora rimaniamo sulla manifestazione.

Apri una mappa più grande per vedere il Golfo di Napoli dal Parco Virgiliano.

Il Parco Virgiliano è una stupenda oasi verde sulla collina di Posillipo dalla quale si domina lo spettacolo mozzafiato dell'intero Golfo di Napoli, da Cuma a Sorrento. Lo sguardo abbraccia tutte le isole del golfo, Ischia, Procida e Capri, in un colpo solo, mentre l'isolotto di Nisida è proprio sotto l'osservatore.
L'isolotto di Nisida

L'isolotto di Nisida in primo piano e, più in lontananza, il promontorio di Capo Miseno, Procida e Ischia.

Il parco ospita un campo di atletica che è stato impiegato per gli agoni della manifestazione, e dispone anche di altri spazi. La presentazione di Neapolis è avvenuta, in maniera per me estremamente indovinata, accanto al campo sportivo: il momento ginnico e quello culturale si svolgevano così l'uno accanto all'altro, nel pieno spirito delle antiche Isolimpiadi.
Introdotto dalla Dott.ssa Miele, Neapolis è stato presentato dalla poetessa Angela Procaccini in una maniera talmente positiva da lasciarmi spesso interdetto. Sarà che ho sempre pensato a Il richiamo della Sirena come a un'opera personale, ma è davvero imbarazzante sentirsi esposti con l'acume e la precisione di chi, diversamente da me, è ben più che un dilettante delle belle lettere.
Presentazione di Neapolis a Isolimpia 2013

Presentazione di Neapolis - Il richiamo della Sirena a Isolimpia 2013. Dalla sinistra, la poetessa Angela Procaccini, la Dott.ssa Fiammetta Miele presidentessa di Amartea, e l'autore Marino Maiorino. © Saphur Photo

Alcune delle lusinghiere parole usate dalla Procaccini su Neapolis le ho aggiunte sotto il titolo del blog, mentre il testo completo della presentazione sarà pubblicato sul sito dell'editore.
Terminata la presentazione del romanzo, c'è stata la premiazione di Fabiana Colucci, la vincitrice del concorso fotografico “Neapolis - Oggi”. Nel post precedente ho già scritto la motivazione con la quale ho scelto la sua come foto vincitrice.
Premiazione del concorso Neapolis-Oggi

Premiazione di Fabiana Colucci, vincitrice del concorso “Neapolis - Oggi”. © Saphur Photo

Un ultimo ringraziamento lo rivolgo all'amico Renato (Saphur Photo) per alcune delle foto gentilmente scattate durante la manifestazione, che hanno corredato questo post.
E ora, archiviata questa lunga parentesi estiva e giocosa, non mi resta che tornare ai post sulla storia e la mitologia di Neapolis. Tornerò col prossimo al personaggio più importante di tutti: quella sirena Parthenope che mi racconta la sua storia affinché la metta nero su bianco.
A presto!

martedì 17 settembre 2013

“Neapolis - Oggi” - Foto e Vincitori

Ed ecco le tanto attese (almeno da parte mia) foto del Concorso Fotografico “Neapolis - Oggi”.
Non la tirerò per le lunghe, anche perché le foto sono tante, e il post è sostanzioso, ma devo osservare che, avendo ampliato lo spazio di tempo documentabile all'età romana, le immagini pervenute sono diventate notevolmente più interessanti.
Innanzi tutto, voglio presentare la mappa dei luoghi raffigurati che, interessantemente e con ragione, ha cominciato a superare le mura di Neapolis.

Consulta "Neapolis - Oggi" per Isolimpia 2013 in una mappa di dimensioni maggiori

Ma passiamo ora a scoprire senza indugio la Neapolis greco-romana nella Napoli odierna attraverso gli occhi della gente comune.

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