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domenica 7 aprile 2024

Kapu - Racconti della Caduta

Un titolo dovrebbe avere la facoltà prodigiosa di catturare l'attenzione del lettore, fargli capire in tre parole qual è la vicenda che il romanzo narra, titillarne la curiosità… Sono molti obiettivi per tre, quattro parole, ma alle volte è possibile, e quello di Kapu - Racconti della Caduta è uno di questi casi.
Ho più volte descritto Neapolis - I Signori dei Cavalli come un'opera che ha richiesto un notevole sforzo di documentazione, sempre in bilico tra l'essere schiacciata dall'invadenza di personaggi come Annibale e l'enormità di eventi come fu il bellum hannibalicum. Questo era lo scotto da pagare per soddisfare la necessità di attenermi ai fatti: la vicenda del romanzo non poteva stravolgere la Storia, ma doveva svolgersi in essa, e siccome questi eventi storici sono noti a molti, l'unico modo per evitare di scrivere sciocchezze è stato documentarmi nella maniera più profonda e accurata possibile.
Mentre così procedevo, mentre verificavo una fonte mediante il confronto con altre, una serie di personaggi di ogni grandezza hanno cominciato a prendere la scena. È assai probabile che per alcuni siano del tutto irrilevanti nomi come Vibio Virrio, Pacula Cluvia, Marcus Anicius, Vestia Oppia, mentre documentandomi ho visto il peso che le loro azioni hanno assunto nella trama più grande della guerra tra Roma e Cartagine, ed era tutt'altro che irrilevante!
I tratti di un'epopea di tipo nuovo perché non legata a un singolo personaggio, ma corale, prendevano forma, e siccome il mio obiettivo era terminare la storia di come Neapolis aveva sdegnosamente rifiutato di arrendersi a quell'Annibale che aveva appena ottenuto la sua più schiacciante vittoria contro i Romani, esse rimanevano sullo sfondo della vicenda, con la loro dimensione talmente più ridotta rispetto al motivo principale che sembravano da questo totalmente slegate, per tono, per stile, per forma, per contenuto.
In un primo momento avrei voluto inserire queste storie in un grande volume sulla resistenza di Neapolis ad Annibale, ma l'occhio più navigato dell'editore individuò immediatamente la pecca di quest'impostazione: sarebbe stato meglio ripulire il materiale de I Signori dei Cavalli da troppe interferenze, che hanno così avuto modo di essere riunite in una raccolta che le dignifica maggiormente.
Durante del tempo non mi è stato possibile pubblicare la raccolta, ma finalmente ho trovato un editore interessato (in realtà, non ho infuso molto impegno in questa ricerca, per una forma di riservatezza che è così mia. Ah, a saperlo prima!), che ha valutato positivamente il testo, e stiamo ora valutando tutti quei dettagli che portano un manoscritto in libreria.
Ecco dunque Kapu - Racconti della Caduta. Laddove Neapolis è più alto, luminoso, a tratti filosofico, e comunque incentrato sulla vicenda dell'ipparco neapolitano, Kapu è più “plurale”, corale, cupo, teatrale a tratti, diversificato e molto, molto concreto. La moltitudine di storie indipendenti l'una dall'altra, unite solo dall'incombente tragedia nelle quali tutte insieme vivono, gli conferisce quell'atmosfera destrutturata che è così tipica delle cronache.
Vari sono i motivi che mi hanno convinto a realizzare questa raccolta, sebbene il principale va certamente cercato nelle mie radici: io sono un campano, non un napoletano.
Amo Napoli, di un amore viscerale e abbandonato, ma non posso nascondere di essere nato altrove. Certo, a molti potrà far sorridere che faccia distinzione tra Caserta e Napoli, poste a meno di 30 km l'una dall'altra, ma i campani e i napoletani sanno che l'una e l'altra sono realtà assai diverse.
E in effetti, fu durante una delle prime presentazioni di Neapolis - Il Richiamo della Sirena che un conoscente di vechia data mi si avvicinò per rimproverarmi bonariamente la forma di ingratitudine che mostravo verso la mia terra, volendo io, un campano, presentare un romanzo su Neapolis!
Sicché, mentre raccoglievo il materiale per I Signori dei Cavalli, e visto che Annibale non limitava certo le sue operazioni belliche a questa o quella regione, scoprivo anche che il Kampanon era stata una nazione ricca e contesa, prima di fare la scelta di bando che l'avrebbe condannata.
Questi eventi non avevano motivo di essere raccolti in Neapolis anche per un motivo di ordine spaziale e temporale: la gran parte di essi si svolge dopo il momento culminante del romanzo, e siccome il loro punto di vista si sposta dalla città sul golfo alla Kapu della pianura bagnata dal Volturnus, la discontinuità, la frattura nella narrazione sarebbe diventata intollerabile.
Dunque, ecco Kapu - Racconti della Caduta, che già nel titolo si presenta come il contraltare di Neapolis - I Signori dei Cavalli: l'espressione di tante piccole miserie nel primo, laddove il secondo esalta le virtù dell'eroe magnogreco; la dimostrazione della precarietà dell'immotivata vanagloria contro l'esaltazione della fedeltà costante.
Né i personaggi di Kapu sono del tutto negativi. La raccolta parla di eroi, grandi e piccoli, di momenti importanti anche se meno noti, perché è questo il compito che mi sono prefisso col mio scrivere: dare motivi fondati d'orgoglio dei miei conterranei, ché non poggino i loro modi su mezze verità e false conoscenze, ma che sappiano che hanno ragioni certe per sentirsi orgogliosi, altre ragioni rispetto a quelle che essi sembrano conoscere.
Infine, c'è il leit-motiv che unisce tutte queste mie opere, ed è la scoperta di momenti della storia della nostra terra che non sfigurano affatto accanto a storie, leggende o miti di qualunque altra parte del mondo e in qualunque altro tempo! L'esempio più immediato che mi viene in mente sono i racconti dei cavalieri cortesi che siamo abituati a collocare nel Medio Evo francese o inglese, con sfide e duelli a singolar tenzone. Non avrei mai immaginato, prima di imbarcarmi in quest'opera, di ritrovarmeli narrati da Livio alle porte dell'antica Capua, e non un sola volta!
Ecco dunque perché si rendeva necessaria questa raccolta di racconti: perché spero che desti meraviglia, vieppiù corroborata dalla consapevolezza che, nella maggior parte dei casi, narra storie vere.
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