Non la tirerò per le lunghe, anche perché le foto sono tante, e il post è sostanzioso, ma devo osservare che, avendo ampliato lo spazio di tempo documentabile all'età romana, le immagini pervenute sono diventate notevolmente più interessanti.
Innanzi tutto, voglio presentare la mappa dei luoghi raffigurati che, interessantemente e con ragione, ha cominciato a superare le mura di Neapolis.
Ma passiamo ora a scoprire senza indugio la Neapolis greco-romana nella Napoli odierna attraverso gli occhi della gente comune.
Roberto Piantedosi
Sì, Roberto è il vincitore dell'ultima edizione del concorso, ma evidentemente è anche un grande amante di questa città. Ecco le foto che ha proposto questa volta.Si tratta dei resti di un complesso termale su due livelli (al di sopra del quale si notano anche le strutture di una chiesa eretta nel XVI secolo), realizzato in laterizio e nella tipica costruzione in “opus reticulatum”, risalente al I secolo d.C. Un ambiente del livello inferiore fu trasformato in Mitreo nel corso del secolo successivo, come testimoniano i resti di un rilievo in stucco bianco sulla parete di fondo, originariamente dipinta con la scena del rituale in cui il dio Mithra sacrifica il toro.
Gli archi presenti lungo questa via nascono come contrafforti alla cavea del grande Teatro scoperto, i cui resti sono oggi dispersi tra le fondamenta dei vari edifici circostanti, ed edificati probabilmente a rinforzo delle strutture esistenti dopo il terremoto che colpì Napoli nel 64 d.C. Si nota il riutilizzo della struttura con la completa integrazione in strutture murarie di epoca successiva, come si evince dall'apertura di ingressi e finestre e balconi, ricavandone così abitazioni.
Viadotto di epoca imperiale rinvenuto nel corso dei lavori di realizzazione della stazione S. Rosa della metropolitana, collocabile tra la fine del I e l'inizio del II secolo d.C. L'opera, ora ampiamente restaurata al fine del recupero statico delle strutture antiche facilmente riconoscibili per la tipica costruzione a reticolato, tufello e laterizio, fu realizzato come parte della "via Puteolis-Neapolim per colles" o "via Antiniana", antico tracciato viario che da Napoli conduceva a Pozzuoli valicando la collina del Vomero.
Fabiana Colucci
In extremis, Fabiana ha inviato una sola foto. Il soggetto inviato è un classico, ma credo che l'immagine meriti attenzione.Una delle colonne dell'antico Tempio sulle cui rovine è stata costruita la Basilica di San Paolo Maggiore.
Alfonso Piantedosi
Più sottili da valutare sono i tre soggetti proposti da Alfonso, ma non per questo meno interessanti.L'antico campanile, edificato tra il X e l'XI secolo, conserva nel suo basamento diversi frammenti marmorei di epoca romana rilavorati e riutilizzati come blocchi da costruzione, presumibilmente appartenuti al preesistente tempio dedicato alla dea Diana. Si notano, in particolare, capitelli corinzi, colonnette ed altri elementi architettonici, tra i quali, rivolto alla strada, un blocco marmoreo intarsiato, raffigurante, secondo alcuni storici, un'antica scacchiera romana.
Si tratta di una statua risalente al II secolo d.C. fatta erigere dalla comunità di mercanti e marinai alessandrini, residenti a Neapolis fin dalla prima età imperiale in quella che per questo fu detta regio nilensis. Il dio è raffigurato disteso con nella mano destra una cornucopia ed i piedi poggiati sulla testa di un coccodrillo, circondato da puttini e con di lato una Sfinge, tutti oggi acefali. Curiosamente, essendo la statua acefala durante l'epoca medievale, fu considerata la statua di un personaggio femminile, per via della presenza dei puttini che sembrano allattarsi in seno alla madre; l'opera, secondo le cronache dell'epoca, stava a simboleggiare la città madre che allatta i propri figli, colpendo così tanto l'immaginario del popolo napoletano, da essere denominato 'o Cuorpo 'e Napule.
L'edificio fu costruito ottenendo i materiali di spoglio degli antichi edifici di epoca romana preesistenti in zona (Decumano Maggiore). Di notevole bellezza è il portale d'ingresso, che si è conservato fino ai giorni nostri, realizzato con vari elementi marmorei, sempre di spoglio, come le colonne scanalate e sormontate da capitelli corinzi, le quali sostengono la trabeazione finemente intarsiata, e le varie lastre marmoree scolpite a bassorilievo con rappresentazioni tipiche del periodo classico.
Fuori Concorso - Susy Di Monaco
Ha voluto inviare ulteriori foto, anche se fuori concorso, Susy di Monaco. Si tratta di ulteriori dettagli del campanile della Pietrasanta.Fuori Concorso - Renato Saphur Morra
Saphur ha proposto fuori concorso un paio di immagini che, ad averle viste prima, avrebbero creato ancor maggior imbarazzo nella giuria. Capirete subito perché.Orione era, data la visibilità nel cielo invernale, il protettore dei naviganti nel Mediterraneo. Come tale, esso divenne il simbolo del “Sedile di Porto”, il quartiere marittimo dell'antica Neapolis. Il bassorilievo qui raffigurato, oggi situato a un angolo di via Mezzocannone, era sito anticamente in prossimità della “stazione per le navi”, come recita la targa posta sotto lo stemma del seggio: un uomo velloso che sembra grondante d'acqua (a causa delle pioggie invernali) con un pugnale nella mano destra.
Si tratta dei simboli dei “sedili” di Napoli, le antiche suddivisioni amministrative cittadine probabilmente discese dalle fratríe greche, ciascuno dei quali racconta un pezzo della storia della città ma tra essi, accanto al cavallo rampante che ricorda la tradizione della cavalleria neapolitana ripresa nel blasone della Provincia, accanto alla raffigurazione della costellazione di Orione, è da indicare anche quella “Y” che ricorda la presenza di una scuola di filosofia pitagorica nella città. La “Y” rappresenta la zona di Forcella, dove trovava sede la scuola di filosofia pitagorica. Ma la “Y” non era solo un simbolo dei pitagorici di Napoli, bensì un simbolo delle scuole pitagoriche in genere.
Dichiarazione del Vincitore
È dunque giunto il momento di dichiarare la foto che è stata scelta come la migliore tra le partecipanti al concorso.Dopo un'attenta valutazione, ho deciso di attribuire la palma di migliore foto alla colonna del Tempio dei Dioscuri di Fabiana Colucci.
Motivazione: Il tema "Neapolis - Oggi" è stato colto con precisione da diversi concorrenti. La foto vincitrice presenta due sviluppi ulteriori, piacevolmente inattesi.A Fabiana sarà consegnata sabato 21 settembre, nel corso della manifestazione Isolimpia 2013, oltre a una copia dedicata di Neapolis - Il richiamo della Sirena, la seguente pergamena offerta dalla Società Editrice La Torre.
Il primo, visto anche in alcun'altra delle immagini proposte, è il continuo rivivere dell'antichità napoletana. La colonna del Tempio dei Dioscuri non è semplicemente un manufatto greco-romano lasciato inalterato dal momento della sua creazione. Al contrario, esso ha già vissuto una seconda vita all'atto della costruzione della Chiesa di San Paolo Maggiore, e vive ancora come traccia di una stratificazione che prosegue viva e ininterrotta fino al giorno d'oggi.
Il secondo, è il lato puramente estetico dell'immagine. Una colonna corinzia, scanalata, si proietta in un cielo dall'azzurro inconfondibile, il cielo di Napoli.
La fusione di questi elementi merita all'immagine il primo posto: il dettaglio di un noto monumento dello scenario cittadino ha attraversato secoli di storia raccogliendone ogni giorno un po', giungendo a noi e proiettandosi verso il futuro, sotto il cielo brillante di questa meravigliosa città.
Saranno apportati alcuni aggiustamenti dell'ultimo minuto, ma potete comiciare a farvi gli occhi su questa stupenda riproduzione di una delle più antiche mappe disponibili.
E con quest'ultimo aggiornamento dichiaro ufficialmente chiuso questo post. Per chi può intervenire, l'appuntamento con me è per sabato 21 settembre al Parco Virgiliano di Napoli, alle ore 17:30, mentre a tutti gli altri annuncio che è ricominciata la stagione dei post. È tempo di riannodare le storie che avevamo lasciato in sospeso. A presto!
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