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martedì 21 marzo 2017

Racconti alla Luce della Luna

È molto che non scrivo, non me ne vogliate a male.
Sono tornato in Italia, ma solo geograficamente: il Paese che ricordavo non esiste più, quindi l'adattamento all'ennesimo espatrio è stato più severo del solito.
Anche I signori dei cavalli ne ha sofferto: impegnato in più basilari preoccupazioni, ho dovuto accantonare (anche se mai del tutto) temporaneamente il romanzo, che comunque procede.
Nel frattempo, però, vecchio, antico materiale si è fatto riscoprire, e ho pensato che sarebbe stato giusto condividerlo con voi.
Non era tanto da giustificare un'edizione in pompa magna, ma ho motivi affettivi per renderlo degno di condivisione, sicché ho pensato di provare la piattaforma di pubblicazione di Amazon.
Siccome non sono nato imparato, per ovviare all'imbarazzo che poteva sorgere in qualche passaggio, ho chiesto supporto al buon Massimo Baglione, la mente e il cuore del sito cultural-letterario BraviAutori, di darmi una mano, e devo ringraziarlo pubblicamente per il lavorone fatto.
Copertina dei Racconti alla Luce della Luna
Ordunque, qual è il risultato di tanto affanno? Si intitola Racconti alla Luce della Luna - Appunti di viaggio alla scoperta di luoghi e popoli incantati, ed è una raccolta di racconti brevi di un genere che a me piace considerare fantasy, in formato cartaceo o in ebook.
Sono piccoli racconti, come dicevo, che cercano di descrivere il legame che ho con la mia terra, o almeno con la mia geografia, con quelli che erano i miei luoghi, con le loro antichità. Molti di questi racconti (forse tutti) erano già stati pubblicati su BraviAutori, ma mai tutti insieme, in un'antologia che rendesse evidente il legame esistente tra loro.
Il volume, di 107 pagine nella versione cartacea, è diviso in due parti: la prima è dedicata ai luoghi incantati, e i racconti sono per l'appunto incentrati su luoghi; la seconda è dedicata ai popoli incantati. Il piano dell'opera risulta dunque così soddiviso:
  • Prologo
  • I Luoghi Incantati
    • Il Calcolatore
    • Cuore di Pietra
    • Il Saggio di Corte
    • Il Fedele Siniscalco
    • Il Sole Ritorna
    • La Bianca Signora
  • I Popoli Incantati
    • Il Tessitore
    • La Fortezza di Ghiaccio
    • Il Cacciatore
    • In Memoria di Un Amico
    • Curio la Malalingua
    • Un Matrimonio Combinato
    • Lamento per il Piccolo Popolo
    • Il Sonaglino d'Argento
I volumi costano una cifra simbolica: 5 euro per il cartaceo e 4 per l'ebook (ma chi acquista il cartaceo può avere l'ebook gratis), praticamente meno di un pacchetto di sigarette, e non causano tutte quelle brutte cose che il fumo, invece…
Non mi resta che augurarvi una buona lettura e darvi appuntamento a presto, visto che anche I signori dei cavalli, nel frattempo, scalpita!

lunedì 20 luglio 2015

Gli Ozi di Capua - secondo Polibio

La settimana scorsa abbiamo finito di raccogliere le idee sull'attendibilità di Tito Livio quando ci narra degli Ozi di Capua, e siamo giunti alla conclusione che possiamo probabilmente considerare l'episodio come inventato di sana pianta dalla propaganda romana.
Quello che manca per esser certi di una simile affermazione è magari una testimonianza dall'altro punto di vista, quello cartaginese, ma sappiamo come andò a finire…
Sul promontorio di Hera Lacinia, nei pressi di Kroton, anticamente esisteva un tempio dedicato per l'appunto a Giunone, e che era molto venerato da tutti i popoli dell'antichità. Lasciando l'Italia per correre in soccorso della sua Cartagine, ormai minacciata dall'esercito romano guidato da Scipione, Annibale lasciò nel tempio qualcosa di immensamente prezioso: il diario della sua avventura in Italia inciso su di una colonna.
Resti archeologici di Capo Colonna

I resti del Tempio di Hera Lacinia a Capo Colonna. Qui Annibale lasciò un diario della propria impresa italica prima di tornare a Cartagine per difenderla da Scipione.
Fonte: Wikimedia Commons

mercoledì 15 luglio 2015

Gli Ozi di Capua: dopo Capua

La settimana scorsa abbiamo cominciato col mettere in dubbio le parole di Livio a proposito dei famosi Ozi di Capua, e abbiamo trovato nelle pagine dello stesso autore episodi che ci parlano di un Annibale incapace di prendere con le sole armi cittadine di modesta entità anche prima della sua permanenza a Capua. In questo post cercheremo di vedere cosa accadde dopo i famigerati Ozi.
Quando il tempo si fece più mite, Annibale guidò il suo esercito fuori dei quartieri d'inverno e marciò nuovamente su Casilinum.

[Tito Livio, Ab Urbe Condita, XXIII, 19]

lunedì 6 luglio 2015

Gli Ozi di Capua: prima di Capua

Ho promesso da diverso tempo di dedicare un post a un famoso episodio della Seconda Guerra Punica noto come gli Ozi di Capua, dunque è il momento di mantenere la promessa.
Il mio interesse per l'episodio è nato dal confronto tra le diverse fonti che ci hanno narrato il conflitto, anche se il solo racconto di Livio basta a suscitare notevoli perplessità. Odio farmi perplimere, dunque cerchiamo di vedere quali erano i miei dubbi, e quali sono le conclusioni che ho tratto.
Dopo Canne, Annibale viene raggiunto dagli emissari di Capua (deduciamo che Vibio Virrio fosse tra essi, come abbiamo visto in questo post), per siglare un'alleanza. Data la ricchezza della città Campana, quello era il più grosso ribaltamento diplomatico che il Cartaginese avesse ottenuto fino al momento, certamente tra i più grossi sperati, dunque si recò a Capua con l'esercito.

lunedì 29 giugno 2015

Il tradimento di Capua (parte IV - Guerra in Campania)

Nell'ultimo post abbiamo raccolto indizi dell'enormità del tradimento campano: i notabili di Capua tentarono addirittura di approfittare dei rovesci di fortuna di Roma per ottenere che almeno un console fosse un campano.
Per quanto altisonante, ogni notizia va attentamente vagliata affinché una semplice diceria, spesso originata dalla propaganda del vincitore, non divenga ciò che non è, non assuma il rango di verità.
Dubitiamo, dunque, di quanto abbiamo narrato fin qui, e vediamo cosa accadde all'indomani del tradimento di Capua. Come si comportò questa città, suppostamente affrancata dall'arrogante dominio di Roma? L'obiettivo è valutare la consistenza delle accuse mosse dalle fonti filoromane partendo da altri eventi, dimodoché sia possibile cogliere un quadro d'insieme coerente o meno. Tralascerò per il momento ogni menzione dei famosi ozi che, come già promesso, tratterò in un prossimo post.
Cominciamo col dire che l'inverno del 216 a.C. Annibale lo trascorse coi suoi uomini a Capua o nei pressi, e uscì dalla città prima che giungesse la primavera del 215.

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