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Nota per gli studenti d'ogni ordine e grado

domenica 4 novembre 2012

Dichiarazioni di Guerra

Scrivere un romanzo che abbia una parvenza di storicità significa documentarsi, credo di aver abbondantemente dimostrato il concetto. In cambio, documentarsi porta a scoprire aspetti del passato che possono essere totalmente ignoti.
Siamo abituati dal cinema a credere che una dichiarazione di guerra tra due popoli al tempo dei romani fosse questione di uno scambio di battute a muso duro, di parole grosse, di toni alterati tra due personaggi importanti. Oppure possiamo credere che, se quella è finzione cinematografica, le cose andassero in realtà proprio come vanno oggi, con giustificazioni (false, purtroppo ci siamo abituati a scoprire) da un lato e dall'altro per motivare una guerra che in genere ha in realtà tutt'altre ragioni.
In questo post raccoglierò le fonti che illustrano quale fosse storicamente una tipica dichiarazione di guerra fatta da Roma, capiremo allora quanto sia davvero cambiata e quanto sia rimasta uguale a sé stessa la specie umana.
Sacerdote feziale di Roma

giovedì 1 novembre 2012

Trecento!

Alquanto inaspettatamente, ma non per questo con disappunto da parte mia, questo blog è stato visto da 300 visitatori negli ultimi quattro mesi!
Badate: 300 visitatori, non 300 visite: ciò vuol dire che trecento diverse persone sono passate per queste pagine ed hanno letto almeno un post. Magari sono tornate (e mi fa piacere), ma per me è più importante farvi sapere quanti sono passati, piuttosto che mettere un numero che dice poco sul reale interesse intorno a questo blog.
Se vi dicessi, ad esempio, che in questo momento ho ricevuto più di 800 visite, cosa pensereste? Per me non è un numero cha abbia molto senso, quindi…
Ma non volevo fare il tipico post auto-celebrativo del tipo “Grazie a tutti, sono arrivato a 300 lettori!”, volevo invece approfittare per dire qualcosa di più sostanzioso, approfittare di questo numero così speciale per un ultimo post sulla battaglia di Cheronea, nel corso della quale fu la sterminata Banda Sacra.

domenica 28 ottobre 2012

Nomi e Lingue

Al tempo dei fatti qui narrati, a Neapolis e dintorni si parlavano almeno tre lingue diverse: Greco, Osco/Sannita e Latino.
Il Greco non era quello di Omero né quello classico ma, come era tipico per il tempo, una sua variante locale molto accentata, con diverse differenze fonetiche rispetto al Greco parlato in altre polis e sul quale pesava fortemente l'influenza dell'Osco. Rimonta anzi proprio a questo periodo storico la nascita della koinè, la variante di greco che, distinguendosi dal greco classico ed appoggiandosi alla terribile spinta espansionista macedone, diverrà poi una sorta di lingua franca nel Mediterraneo che sopravviverà fino al IV sec. d.C. come seconda lingua dell’Impero Romano.
Il Latino non era certamente quello di Cicerone, giacché da pochissimo tempo i Romani avevano cominciato quell'espansione territoriale che li avrebbe poi condotti, grazie al contatto con altre culture spesso a loro superiori, a sviluppare il gusto per la bella forma oratoria e letteraria. In particolare, essendo stati limitati i contatti con la cultura greca, mancavano tra questa e quella lingua tante delle similitudini che solo l'influenza tra l'una e l'altra ha poi sviluppato storicamente.

mercoledì 24 ottobre 2012

In Collegamento…

Da qualche giorno avrete notato che nella colonna di destra, sotto il mio profilo autore, è comparso un riquadro contenente collegamenti ad alcune cose che ho scritto anni fa e che ho deciso di pubblicare su BraviAutori, il portale visual-letterario, che (cito)
offre la possibilità agli autori di inserire le proprie opere in qualsiasi formato (testi, immagini, audio e brevi video).[…]
Nel nostro forum organizziamo gare di scrittura creativa, dove i migliori elaborati saranno pubblicati nei nostri e-book liberamente scaricabili.
Le nostre attività prevedono, inoltre, concorsi letterari, gemellaggi e collaborazioni con altri siti letterari e associazioni, pubblicazioni periodiche su antologie cartacee o in ebook dei migliori lavori inseriti su BraviAutori.it, reading in diretta radiofonica e tanto, tanto altro.
Le opere inserite nel formato ODT (LibreOffice, OpenOffice), DOCX (Word), ePUB (Electronic Pubblication) e TXT saranno trasformate in pagine HTML e saranno udibili grazie a una voce automatica che leggerà il testo. Questa funzione è molto utile per i non vedenti.
Per tutti gli utenti (anche non iscritti) e per tutti gli autori che vogliono inserire una loro prima opera, il portale BraviAutori.it è totalmente gratuito!
Certo, sto cercando di farmi conoscere come autore e di calamitare interesse su questo blog, ovvero sul romanzo che ho scritto, ma mi sembra bello condividere con voi il rinvenimento di un luogo nella rete che, per contenuti ed atmosfera, trovo molto interessante. Non è il primo sito del genere che ho visitato, ma questo mi ha invogliato più di altri, quindi mi sono iscritto ben volentieri.
La consultazione delle opere lì pubblicate è libera (se l'autore non ha niente il contrario), quindi non è necessaria alcuna sottoscrizione per accedere ad attimi di fantasia, evasione, ristoro, poesia, grafica, fotografia di autori che si stanno mettendo in gioco ora.
Sperando di farvi cosa gradita,

Nymphios a Siracusa

In due post precedenti, ho riportato quanto due storici del calibro di Plutarco (Dione, 41-44) e Diodoro Siculo (Bibliotheca Historica, XVI 18-19) hanno tramandato a proposito di un personaggio, tale Nypsios, che critici moderni non sanno se identificare con lo stesso Nymphios che nel 326 a.C. era, secondo Tito Livio, princeps civitatis di Neapolis.
In questo post dettaglierò una mia personale critica alle versioni di questi storici che, prendendo spunto dalle incongruenze dei loro racconti, e poi da quelle tra le loro distinte versioni, mi ha condotto ad una ricostruzione dei fatti che è quella raccontata dallo stesso Nymphios nel mio romanzo. Per me è stato un po' come svelare un complotto, spero sarà altrettanto divertente per voi.
Innanzi tutto, vediamo che Dionigi invia, non chiama Nypsios a Syracusa. Al momento dei fatti egli era già stato cacciato dalla città e guidava la propria fazione da lontano, da Locri Epizefiri, come ci informa Diodoro. Lo storico siciliano esalta inoltre le capacità del Neapolitano, un eccellente generale.

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